– e-book
Letto dal 9 al 25 aprile 2016
Il mio voto:
Dopo aver letto la
mia recensione de Il buio oltre la siepe (recensione
in inglese che si trova qui per chi può
interessare), una cara amica mia virtuale su Goodreads mi ha chiesto come mai
gli avevo dato solo tre stelle. La mia risposta è stata che di solito do
tre stelle ai libri che sembrano rivolgersi più al mio cuore e meno alla mia
mente.
Ebbene, ho avuto la
stessa impressione mentre stavo leggendo L’amica
geniale di Elena Ferrante: cioè di aver sotto gli occhi un libro
commovente, coinvolgente, gradevole – insomma che si merita tutto l’elenco di
epiteti attribuite di solito ai buoni libri – eppure mirabile, durabile, sempiterno, come lo è la grande
letteratura… proprio non lo so.
Il romanzo comincia
con una prolessi che annuncia il cambiamento dei tempi narrativi: dopo una
conversazione con il figlio della sua amica di cui ha appreso la sparizione di
quest’ultima, l’io narrante dichiara maliziosamente che comincia a scrivere
questi ricordi per punirla di aver voluto “non solo sparire lei, adesso, a
sessantasei anni, ma anche cancellare tutta la vita che si era lasciata alle
spalle.” Infatti, in un’intervista pubblicata nel Corriere della sera l’autrice confessa
che voleva da molto tempo scrivere una storia sull’impossibilità di sparire
senza traccia, visto che c’è sempre un parente oppure un amico da fare “da
testimone inflessibile di ogni piccolo o grande evento della vita” dell’altro.